Le parole tracciate a mano hanno un particolare fascino per chi ama la storia. Un manoscritto non comunica solo un messaggio, ma parla anche di chi l’ha scritto, del suo carattere, dell’epoca storica in cui è stato composto. È suggestivo immaginare il temperamento di uno scrittore dalla forma che dà alle lettere, dai pieni e vuoti della riga, dall’incisività del segno, dalla sicurezza o dalle esitazioni con cui una frase è stata scritta. Se accostiamo uno scritto di Leopardi a uno di Galilei ci sembra che l’umore schivo dell’uno e il rigore scientifico dell’altro emergano chiaramente da quei fogli, da quelle grafie. Mentre osserviamo le linee curve di inchiostro scuro che si snodano sul foglio non possiamo fare a meno di immaginarne il pensiero, l’espressione che potrebbero aver avuto in quel momento.
Mai un elenco di messaggi digitali, con il loro infantile corredo di emoticon, potrebbe eguagliare l’emozione che si prova quando ci capita in mano una lettera d’amore di un secolo fa, scritta da un oscuro soldato alla sua fidanzata o da un poeta alla sua musa. La carta può conservare il profumo di un’amante lontana o una lacrima scivolata dal volto di chi ha ricevuto un addio. Ogni lettera manoscritta ha viaggiato, è passata di mano in mano per arrivare al destinatario, e mani che non esistono più hanno tracciato parole colme di ardore o timidezza, hanno stretto al cuore quel messaggio , o magari l’hanno dimenticato in un cassetto. E come i luoghi conservano le vibrazioni di tanti secoli di storia, anche i manoscritti recano le tracce di coloro che li hanno creati e conservati …
“Caro! quantunque ne abbia di eguali ò gradito tanto tanto il tuo ritratto: quanti baci! … li ài intesi?” scrive una sconosciuta Gemma al suo altrettanto oscuro Gianni, al fronte … “Ayant l’honneur d’ètre citoyen Anglais – scrive Garibaldi prigioniero, rivolgendosi all’ambasciatore britannico – je demande votre haute protetion” (chissà con quanta ansia, ma con sicuro cipiglio) …. “L’ho promesso, cara amica, ché non intenderai più le mie querele, né vedrai più le mie lagrime: e ti sarò fedele anche in questo” traccia con emozione nientemeno che Ugo Foscolo congedandosi da Lucietta Frappolli … e così via, di riga in riga, da una traccia all’altra, da un foglio all’altro in un affascinante viaggio nel tempo attraverso le vive parole dei piccoli e grandi protagonisti della Storia.
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