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Donne spaziali

Prima che Samantha Cristoforetti risollevasse le nostre sorti, le astronaute nell’immaginario collettivo assomigliavano più ad una Barbarella in latex, desiderosa di accoppiarsi con tutti gli alieni del cosmo, piuttosto che alla solida Valentina Teresckova, che lancia dallo spazio un messaggio di pace.
Che ci vogliamo fare? Purtroppo anche la nostra “Sam”, aviatrice, ingegnere ed astronauta, nonostante il suo indubbio carisma e la sua incredibile preparazione, ha avuto l’onore di ricevere commenti sessisti da chi non perde mai l’occasione di tacere. Questi geniali commentatori sono riusciti persino ad insultarla per il suo taglio di capelli, forse supponendo che  le extension e le cotonature fossero adatte all’assenza di gravità e all’uso di un casco da astronauta.
Si può scherzare sulle donne nello spazio, ma ci vuole un po’ di leggerezza, no? Alla fine, nel grande utero dell’universo, si galleggia in assenza di “gravità” e probabilmente anche di “grevità”.
I racconti della Cristoforetti sull’allenamento preparatorio, sul cibo in dotazione alla stazione spaziale internazionale, la sua espressione di felicità totale dopo l’entrata in orbita ci hanno affascinato, ed hanno aperto davanti ai nostri occhi uno scenario futuristico in cui le donne potranno viaggiare nel cosmo così come da tempo fanno in aereo. E chissà se a quel punto le piccole esigenze estetiche e pratiche femminili saranno soddisfatte, con buona pace di chi ci vede solo in stile “Barbarella”? Forse inventeranno tute spaziali un po’ meno da “omino Michelin”. Forse apriranno parrucchieri specializzati in tagli anti-gravità. Forse saranno lanciati sul mercato smalti color “cometa”, color  “anti-materia” o color “pioggia di meteore”, rigorosamente permanenti. Per la questione del ciclo so per certo che useremo ovviamente la “moon cup” (non fosse altro che per coerenza linguistica). Alle prese con il solito annoso problema di ogni missione spaziale (che nessuno conosce, ma che tutti paventano), in collegamento con la Terra, molti ci immaginano già parlare con i tecnici “terrestri” così:
Astrogirl – “Terra, abbiamo un problema..
Base – “… quale problema?
Astrogirl –“ … mmmh… niente niente…
Base – “ma dimmi!
Astrogirl – “ no, niente
Base – “ per favore, dimmi …
Astrogirl – “Dovresti saperlo!
… al solito, perse nelle nostre elucubrazioni emotive! Invece per fortuna Samantha ci segna un’altra via per il cielo. E, nonostante comporti la rinuncia al “tacco 12“,  a noi piace molto di più!

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