(una foto al giorno leva l’ignoranza di torno) a cura di Lost Dream Editions
Quella che segue è una “didascalia irriverente” tratta da un saggio dedicato a Ando Gilardi ( Nello Rossi, Il bosco incantato. Appunti per una morflogia della pornofiaba, Lost Dreams Editions 2008 ), scaricabile gratuitamente dal sito www.lostdreamseditions.it
Un nonno non ha gradito l’installazione di Maurizio Cattelan sul grande albero superstite di Porta Ticinese, a Milano. Non ha visto l’ “arte” nei manichini di adolescenti impiccati ai rami del grande platano e ne è nata un’accesa discussione sui giornali. Nella piazza davanti al Palazzo reale, di fianco al Duomo, per un mese è stata esposta una grande scultura di Gino De Dominicis, la “Calamita cosmica”: un enorme scheletro umano il cui teschio presenta la curiosa anomalia di un naso a becco d’uccello. Pur di non “fare scuola”, delle maestre hanno portato le scolaresche a vedere l’inquietante opera e una giornalista ha chiesto loro se ne avevano paura, ricevendo risposte del tipo “be’, sì, fa un po’ impressione, ma paura no …”
Fra quanti anni maestre futuribili porteranno futuribili scolaresche, invece che a inquietarsi davanti alle loro immagini che penzolano dai rami e a enormi resti di creature improbabili, ad ammirare enormi installazioni di “incontri ravvicinati” sessuali che oggi, come i “sans papiers”, non hanno diritto di asilo?
«Prof., le ho portato un regalino», mi ha detto la Franca un giorno di alcuni anni fa, mentre faceva entrare una frazione di classe che era rimasta “scoperta”: era il nostro codice, quando bisognava smistare delle pecorelle che erano rimaste senza pastore, e lei sapeva quanto poco amassi aumentare il mio gregge. Era l’ultima ora e noi ci trovavamo nel pieno di una piacevole discussione. I cinque intrusi si sono sistemati dove c’era posto e uno si è seduto accanto a me, sulla sedia degli “interrogatorî”. Dopo un po’ mi chiede sottovoce: «Prof., ma lei che materia insegna?» Avrei dovuto rispondergli “lettere”, ma, divertito dalla accalorata discussione che imboccava strade impreviste, gli ho risposto, lasciandolo visibilmente perplesso, con un neologismo inventato sul momento: «Olologia». Avrà sicuramente creduto che fossi un po’ fuori di testa o perlomeno parecchio stravagante. Ma è grazie a quella disciplina, insofferente a ogni classificazione, cioè frattura, del sapere e non prevista dall’ordinamento scolastico che, dopo una discussione “olologica”, un allievo timido e che non interveniva mai mi ha chiesto, mentre uscivamo dall’aula: «Prof., l’altro giorno mi è uscito un po’ di sangue, mentre mi toccavo …»
«Succede, non è niente », e poi ho aggiunto, sorridendo: «Cerca di essere un po’ più delicato …»
Contento e rassicurato ha raggiunto gli altri per andare a casa. Per strada, ho avuto la certezza che, almeno per quel giorno, lo stipendio non l’avevo rubato.
Nell’immagine:
I manichini di bambini impiccati di Maurizio Cattelan.
Fotografia ANSA
( da il Venerdì di Repubblica del 11 aprile 2008 )