Il 20 novembre 1959 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approva all’unanimità la Dichiarazione Universale dei Diritti del Fanciullo, con l’intento di segnalare le direttive lungo le quali i singoli stati avrebbero dovuto legiferare in materia di protezione dell’infanzia.
Con questo documento i bambini divengono per la prima volta soggetto di diritto e per la prima volta si introduce il principio che vieta lo sfruttamento del lavoro minorile.
Nata per ovviare all’impatto devastante che la prima guerra mondiale aveva avuto su donne e bambini, la prima bozza della dichiarazione fu scritta nel 1924, ispirandosi alla Carta dei Diritti del Bambino stesa dalla fondatrice di Save The Children, collaboratrice della Croce Rossa; ma ci vollero gli orrori della seconda guerra perchè prendesse corpo per come la conosciamo oggi.
A più di 50 anni dalla sua approvazione però questo testo rimane disatteso in molte sue parti e ignorato da molti paesi, tanto da veder coincidere l’ennesimo anniversario con stragi e violenze di particolare efferatezza proprio a danno di quell’infanzia che viene ormai protetta solo a parole.
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