Vai al contenuto
Home » Blog » Dente perdente

Dente perdente

Nonostante l’igiene orale possa sembrare una moderna conquista, pare che già i primitivi usassero la sabbia per tenere puliti i denti, comunque più sani dei nostri perché al riparo dall’attacco di zuccheri e sostanze raffinate. Da sempre l’uomo ha applicato qualche tipo di igiene orale, tanto che si può trovare una traccia dei primi dentifrici e “spazzolini” (e persino delle prime cure odontoiatriche) già milleni prima di Cristo. Originariamente gli spazzolini da denti erano dei semplici ramoscelli o bastoncini da masticare: ancora oggi in India e  in Africa  per tenere sana la dentatura si usa masticare la radice di Salvadora persica, nota per le sue proprietà antisettiche ormai conosciute ed apprezzate anche in occidente; mentre testimonianze scritte del primo rudimentale dentifricio (un miscuglio composto da sale, pepe, foglie di menta e fiori di iris) risalgono alla civiltà egizia del IV secolo a.C.
Cinque secoli più tardi troviamo gli antichi romani alle prese con la loro bocca attraverso un impasto di sale, aceto, miele e … schegge di vetro! Un vero dentifricio dalle proprietà sia antisettiche che abrasive.
Ma sarà solo dopo “l’oscurantismo igienico” del Sei e Settecento in cui imperversarono ciarlatani e cavadenti, più precisamente nella prima metà del XIX secolo, che appariranno i moderni strumenti per l’igiene dentale: paste dentifricie e spazzolini fatti di osso e setole di animali (poi sostituite con fibra di nylon). Nella seconda metà dell’Ottocento vediamo infatti diffondersi sulla stampa le prime pubblicità di prodotti come il colluttorio (“lozioni” per la pulizia e per la prevenzione della carie), o il dentifricio (“polvere per i denti”), con una particolare attenzione all’effetto estetico e “socializzante” di una bocca pulita e profumata.
© riproduzione riservata