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Custodi di memoria

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Ormai da 11 anni, ogni 2 ottobre, si celebra in Italia la Festa dei Nonni.
In un paese che invecchia con grande velocità, in cui mancano asili nido e veri sostegni economici alla genitorialità, forse è proprio il caso di festeggiare la presenza di nonni in grado di tamponare le falle del nostro welfare state. Come spesso accade nel nostro paese, queste celebrazioni vengono scelte in armonia con il calendario cattolico che il 2 ottobre prevede la giornata dedicata agli Angeli Custodi, suggerendo così anche la funzione che lo Stato attribuisce a queste figure familiari.
Un tempo non era necessario festeggiarli, perché non si identificavano come una famiglia a parte: la cura dei nipoti veniva svolta senza certificazioni pubbliche o sociali, i nuclei familiari erano grandi, si stava tutti insieme e il nonno era il capofamiglia, più fratelli vivevano con mogli e figli sotto lo stesso tetto e magari lavoravano insieme in campagna o nella stessa azienda. Dal dopoguerra la società è cambiata così velocemente che, già negli anni Settanta, gran parte delle famiglie, erano composte solo da genitori e bimbi insediati nelle città, mentre i nonni vivevano ancora al paese d’origine, ormai quasi spopolato, e si visitavano solo durante le vacanze estive.
Al di là della retorica che sempre accompagna certe celebrazioni programmate a tavolino, è indubbia l’importanza che gli anziani potrebbero avere nella trasmissione del sapere alle nuove generazioni, così come sono sotto gli occhi di tutti i benefici delle interazioni tra vecchi e bambini, l’allegria che questi portano nell’esistenza dei nonni e la pacatezza che ne ricevono in cambio.
Il modo migliore per festeggiare questi nonni è quello di raccogliere i loro racconti antichi, portatori di stimoli preziosi e di emozioni destinate a scomparire, per donarli ai loro nipoti, a tutti i bambini, affinché possano conservarli nella memoria fino ai prossimi piccoli eredi.

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