Non è chiara l’origine dei biscotti.
Alcune fonti storiche fanno risalire l’invenzione alla Persia del VII secolo a.C. e solo in epoca medievale, con la conquista araba della Spagna e le crociate, le pratiche della cucina araba si sarebbero diffuse in Europa portando con sé anche la ricetta dei primi biscotti.
Altri affermano invece che le prime tracce si trovano già nel De Agricoltura di M. P. Catone (II a.C.), dove vengono descritti i suavillum a base di farina di grano, formaggio, uova, miele e semi di papavero.
Questi antenati dei biscotti erano chiamati dai latini sia Panis nauticus (la “galletta” dei marinai) sia Bis-coctus ossia “cotto due volte”.
Secondo una leggenda il primo biscotto risalirebbe addirittura all’epoca degli Argonauti, quando un cuoco distratto, al seguito di Giasone, dimenticò dei pani nel forno che si rivelarono utilissimi durante il lungo viaggio essendo gli unici “pani” a non ammuffire.
Descritti anche dal gourmet Marcus Gavius Apicius, definito da Seneca “colui che ha trasformato in professione la scienza culinaria, ed ha corrotto con la sua dottrina un’intera epoca” e da Plinio ” il più grande scialacquatore di tutti i tempi” , i biscotti sarebbero ottenuti da uno spesso impasto di grano tenero, bollito e disteso su un piatto, asciugato e indurito, infine tagliato e fritto fino al croccante, per essere servito con miele e pepe.
Nell’Antica Roma si imparò solo più tardi a cuocere dei biscotti dolci, come il buccellatum e la offa, da cui deriva il termine “offella“ .
Il Medioevo è il periodo in cui si hanno più tracce di dolci simili ai nostri biscotti, dal pan pepato ai biscotti duri e croccanti, ai precursori della meringa.
L’Arte della Biscotteria si perfezionò nei monasteri: nella preparazione dei biscotti i monaci e le suore hanno avuto una grande importanza. Preparavano vari tipi di dolcetti di dimensioni sempre più piccole, che spesso rappresentavano immagini sacre e li offrivano soprattutto ai pellegrini di passaggio come ricordo. Solo in seguito nacquero botteghe artigiane laiche. L’epoca medievale vedrà una serie di furibonde polemiche tra le corporazioni dei Panettieri e dei Pasticceri che pretendevano ciascuno di avere il monopolio esclusivo per la fabbricazione dei biscotti.
Nel 1300 nacquero i savoiardi ad opera dei cuochi del re Aimone di Savoia detto il Pacifico, che inventarono la celebre pasta porosa a base di farina, uova e miele, ma all’epoca era già possibile acquistare, passeggiando per Parigi, dei piccoli wafer riempiti di frutta, dall’aspetto molto simile ai biscotti attuali, mentre i fornai olandesi iniziavano a chiamare “cookies”, o meglio “koekje” (torta piccola o rotonda) i pezzetti di pasta usati per verificare la temperatura dei forni.
Nel 1368 alla corte di Galeazzo Visconti (in occasione del matrimonio della figlia Violante) vennero servite le pinoccate, mentre nel 1513, alla fine del banchetto di ricevimento Leone X (Giovanni de’ Medici) fece servire biscotti e vin di Cipro.
La storia del biscotto è ad ogni modo associata alla storia dello zucchero. Una grande numero di ricette di biscotti si ritrovano nel diciannovesimo secolo quando il prezzo e la disponibilità dello zucchero, della farina e degli agenti lievitanti, come il bicarbonato di sodio, sono diventati più comuni.
La prima produzione industriale venne iniziata in Gran Bretagna nel 1803 da un panettiere londinese per celebrare le imprese della marina inglese contro la flotta napoleonica: inventò una gallettina simile a quella che i marinai portavano in viaggio, ma arricchita di burro e zucchero, rendendola dolce, friabile e croccante.
Nacquero così le “pastine inglesi“ vendute in scatole di latta elegantemente decorate, che si diffusero in tutta Europa.
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