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Comete ed altri disastri

Chissà perché ho l’impressione che qualcuno voglia farci stare per forza a naso in su.
Poche settimane fa un satellite in orbita avrebbe dovuto schiantarsi sulla Terra sparpagliando i suoi pezzi per tutto il globo, ora pare che una cometa (battezzata Ison) debba accompagnarci  durante le prossime feste natalizie, con la sua coda luminosa di due milioni di chilometri.
Le notizie rimbalzano qui e là per i media. Tutti a guardare il cielo e poi … nulla.
Del satellite nessuno ha avuto più notizia (è finito nell’Atlantico), mentre la cometa Ison sembra non possa sopravvivere oltre il 28 novembre, dopo il passaggio nei pressi del sole, ma non temete: è già pronta una sostituta, la Lovejoy.

Le comete, così come le eclissi e altri rari fenomeni celesti, hanno sempre affascinato e intimorito l’uomo per il loro aspetto e la loro improvvisa apparizione. Secondo le antiche credenze popolari erano portatrici di sventure, pestilenze e guerre, ma soprattutto venivano associate alla morte o alla nascita di un sovrano. La stessa parola disastro proviene dal greco dis = negativo e aster = astro.
Nerone, che vide il passaggio di due comete durante il suo impero, superstizioso come i suoi sudditi  iniziò a temere per la propria vita, rafforzato nella sua convinzione dal fatto che la morte dei tre predecessori era coincisa con il passaggio di comete: Giulio Cesare, nel 44 a.C. era stato assassinato 4 mesi prima del passaggio di una cometa rimasta visibile per 7 giorni; anche la morte di Augusto era avvenuta con il passaggio di una cometa tra il 13 e il 14 d.C. , infine l’imperatore Claudio, morto per avvelenamento, era deceduto nel  54 d.C. sempre con una cometa nei paraggi.
Nel Medioevo varie pestilenze e disastri vennero attribuiti al funesto passaggio di comete e si pensa che, il più delle volte, non si trattasse altro che del periodico passaggio della cometa di Halley, che spaventò le menti superstiziose fino ai primi del ‘900.
Ed ora rieccoci a guardare il cielo con reverenza, come uomini primitivi, aspettando la stella …
Potrebbe essere che i media stiano testando, dopo le catastrofi naturali e i delitti familiari, un nuovo filone aureo degli ascolti, oppure si sta diffondendo uno strano irrazionale bisogno:  quello di vedere questo mondo incenerito da un fulmine divino oppure annientato dall’Apocalisse o, forse, salvato magicamente da qualche evento sacro, che ci sollevi dalla responsabilità di agire in prima persona.

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