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Col vento in poppa!

Pin Up in barca a vela

Forse non tutti sanno che la moderna vela sportiva affonda le sue radici nella lotta contro la pirateria marina.
Nel corso del XVII secolo le scorrerie piratesche sulle rotte di Asia, Africa e America erano all’ordine del giorno. I navigli della Compagnia delle Indie Orientali, carichi di merce pregiata in viaggio dalle colonie, erano spesso preda di assalti, così gli Olandesi progettarono gli jachtschip, dei velieri veloci ed agili che devono il loro nome alla parola “jacht”  (in olandese: cercare, cacciare) per affrontare la minaccia degli arrembaggi e catturare i vascelli pirata recuperando i beni sottratti.
Sul finire del XIX secolo si svilupparono anche i clipper, velieri molto veloci adibiti al trasporto di merci leggere sulle rotte oceaniche; tra il 1840 e il 1870 i clipper furono le navi preferite per il trasporto di carichi poco ingombranti e molto redditizi come le spezie, la seta, la lana o il .
Il valore di questi carichi poteva raggiungere cifre favolose che scatenarono tra le compagnie di navigazione una feroce competizione, molto popolare e seguita da tutti i giornali inglesi dell’epoca.
L’arte della navigazione a vela ha però origini antichissime: si hanno notizie di imbarcazioni risalenti a 6000 anni avanti Cristo. Le prime vele che in epoca antica dominarono tutto il Mediterraneo e il Nord Europa, avevano forma quadrata, mentre le più moderne vele triangolari di origine araba, pur diffuse già dal IX secolo, si affiancarono a quelle quadrate (tipiche dei grandi velieri) fino al XIX secolo.
Si racconta che Cleopatra facesse profumare le vele delle sue navi perché, al soffio del vento del Nilo, diffondessero al suo passaggio le fragranze che lei amava. L’essenza prescelta per l’incontro su un battello con Marco Antonio fu il gelsomino. Con l’essenza di rose di Damasco fece invece irrorare le vele della sua nave perché la brezza marina ne preannunciasse l’arrivo durante il celebre viaggio a Roma, intrapreso con Cesarione il figlio avuto da Cesare.
Molte credenze popolari danno invece notizie sulla capacità dei marinai di “legare i venti” e usarli a proprio piacimento. Un racconto suggestivo è quello riportato da J.G. Frazer nel “Ramo d’oro”: anticamente in Finlandia, gli stregoni erano soliti “vendere il vento” ai marinai bloccati dalla bonaccia. Il vento era contenuto nei tre nodi di una corda: sciogliendo il primo, si sarebbe generata una brezza, con il secondo un vento, col terzo … un uragano!

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