Il 26 giugno 1974 in un supermarket di Troy, in Ohio, un mattiniero acquisto da pochi centesimi stava per passare alla storia. Da diverso tempo due ingegneri stavano cercando un modo per rendere più semplice il mestiere delle cassiere. Nel secondo dopoguerra, l’innata tendenza statunitense all’ipertrofia e all’espansione aveva contagiato anche il mondo del commercio e la cosiddetta GDO (grande distribuzione organizzata) era esplosa.
Nata nel 1830 a Parigi con “Le Bon Marché” e arrivata nel 1877 ai nostri magazzini milanesi “Alle città d’Italia” dei Fratelli Bocconi (poi ribattezzati da D’Annunzio “la Rinascente”) la GDO aveva conquistato anche gli americani, ma solo alla fine degli anni Quaranta aveva trovato un terreno davvero favorevole al suo espandersi esponenziale. Le cassiere dei nuovi super e iper mercati si erano trovate a gestire una mole di lavoro notevolmente più grande che moltiplicava il rischio di errore nei conteggi, così i nostri studenti di ingegneria dell’Ohio, Norman Joseph Woodland e Bernard Silver, nel 1948 avevano iniziato ad applicarsi alla ricerca di una soluzione. Partirono dall’idea di scrivere le informazioni relative ad ogni prodotto in codice Morse, ma stampandolo come una serie di linee verticali più o meno larghe.
Era nato il codice a barre.
Il problema successivo da affrontare fu quello di trovare un metodo di lettura ottica del codice, rapida ed automatizzata: si provò con un fotomoltiplicatore (lettore delle bande audio dei film), ma era troppo rumoroso e pesante, inoltre le sue lampade allo xeno sviluppavano troppo calore. Fu necessario attendere l’arrivo della tecnologia laser e dei circuiti integrati per dare alla luce, nel 1972, il primo lettore ottico di codici a barre e, l’anno successivo, Woodland perfezionò i cosiddetti “UPC”(Universal Product Code) che noi conosciamo.
Ed eccoci al nostro acquisto storico: oggi, esattamente 43 anni fa, un pacchetto di chewingum con codice a barre passava per la prima volta sotto il lettore ottico della cassa di un vero supermercato, inaugurando un’epoca.
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