Ando Gilardi 8.6.1921 – 5.3.2012
Lunedì 5 marzo ci ha lasciato Ando Gilardi, uno dei “padri” della fotografia italiana, partigiano, giornalista sindacale nell’Italia degli anni Cinquanta, membro dell’equipe di Ernesto De Martino, autore di fondamentali testi sulla storia della fotografia quali “Storia sociale della fotografia”, “Wanted!”, “Meglio ladro che fotografo” etc.
Creatore di riviste di rottura come Photo 13, Phototeca, Storia Infame. Artista digitale, precursore dei tempi e ricercatore di tecniche creative per la fabbricazione di immagini.
Fondatore negli anni Sessanta della Fototeca Storica Nazionale, che oggi porta il suo nome, Gilardi è sempre stato una figura controversa, provocatoria poco in linea con l’ortodossia dei salotti della fotografia ufficiale ma con un grande seguito di lettori appassionati che lo hanno seguito fino all’ultimo nelle sue pubblicazioni, mostre e spiazzanti incursioni nei social network.
Per una biografia completa: Ando Gilardi e Wikipedia
Rispettando le sue ultime volontà la notizia è stata divulgata dalla moglie Luciana e dai suoi cari solo a esequie concluse.
Caro Ando, se c’è un aldilà sarai già occupatissimo a creare scompiglio anche lì. Se l’aldilà non c’è, allora resteranno le tue opere a creare scompiglio qui, e ancora a lungo.
Meglio ladro che fotografo,
addio maestro.
Ando è fra noi, lo sento,si è dismaterializzato, ha cambiato stato,ma stiamo tutti attenti perchè se diciamo fesserie continuerà a farci un mazzo tanto.
Ciao Ando, quando ti passa il jet lag ti aspetto nei miei sogni. La tua amica più stupidotta, la Silvia.
Ciao ando e grazie.
Hai cambiato il mio modo di vedere la fotografia.
Hai cambiato il mio modo di vedere.
Hai cambiato.
Caro Ando, il giorno del tuo novantesimo compleanno, ti avevo chiesto provocatoriamente, in un videocollegamento con il tuo studio a Ponzone, se la fotografia c’era già quando eri nato tu, volendo suggerire con quella domanda che noi la cognizione di cosa sia realmente l’icona totalmente automatica e quale rivoluzione abbia portato nel mondo della comunicazione abbiamo cominciato a capirlo grazie al tuo pensiero. Ciao, Ando, e grazie ancora di tutto.
Avessi letto un pò di più i tuoi scritti, avrei risparmiato un sacco di volgare pellicola. Grazie grazie grazie.
P.S: Lassù di luce ne avrai di sempre buona.
C’è chi crede di poterti trovare lassù. Del resto piacerebbe anche a me immaginarti nell’etere librante nella rete di Internet o con la tua camminata complice a passeggio sul tuo canale “TubArt” in YouTube o su Facebook mentre prepari le tue affascinanti lezioni che appaiono essere una chiave per comprendere la fotografia mentre in realtà sono formidabili lezioni di storia e filosofia ricche di nobili indicazioni. In realtà mi devo accontentare invece di quanto hai lasciato e consolarmi della sua abbondanza.
Un pensiero a chi gli era vicino,parenti ed amici,loro sentiranno la sua mancanza molto più di chi lo aveva conosciuto tramite i suoi scritti,imparando a stimarlo ed apprezzarlo poco alla volta.
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