I racconti sulla nascita di Gesù sono, fin dal primo istante, costellati da “incursioni” di figure angeliche che accompagnano l’arrivo del figlio di Dio, per proteggere una gravidanza che sembra da subito “a rischio”.
La faccenda è programmata con grande anticipo, a partire dalla futura mamma che viene fatta nascere da una coppia onesta e religiosa. L’arrivo di questa creatura viene preannunciato da due angeli che si presentano agli increduli e anziani genitori, Anna e Gioacchino, i quali chiamano la bimba Maria e la affidano al Tempio al compimento dei tre anni.
Maria cresce, nutrita per mano di un altro essere mistico fino a che, a 12 anni, viene data in sposa a Giuseppe.
E’ l’arcangelo Gabriele ad annunciare alla fanciulla che Dio l’ha scelta per una maternità … parecchio difficile! Ma, a questo punto, va protetta dall’ira del futuro sposo, ignaro dell’evento divino. Così, ecco un quinto messaggero celeste apparire in sogno a Giuseppe e calmare l’animo turbato dell’uomo, chiarendo l’intervento di Dio nella sua vita e in quella della sua futura famiglia.
Nasce finalmente Gesù e tutte le schiere celesti esplodono in canti di gioia, ma nell’iconografia della Natività abbiamo alcuni particolari angeli che trovano spazio. Cinque creature mistiche, ma molto più spesso tre, cantano o suonano in onore del sacro bambino, accanto al luogo della nascita o volteggiando sopra la grotta e indossano tuniche colorate: una di rosso (simbolo di Carità), una di bianco (simbolo di Fede) e una di verde (simbolo di Speranza).
Nel Protovangelo di Giacomo, in cui vengono citate delle provvidenziali levatrici che assistono al parto, c’è anche una “comparsa“: l’angelo che guarisce la mano ustionata di una delle due levatrici, la quale, scettica sulla verginità della partoriente, aveva osato controllare di persona.
La nascita del figlio di Dio viene annunciata ad un gruppo di pastori da una creatura alata (e siamo a dieci!) così luminosa da terrorizzarli; poi rincuorati dal messaggio, i pastori si avvicinano alla grotta per adorare il bambino.
Ma le visite non sono finite: arrivano dei sapienti dall’Oriente, guidati da una stella; sono stati ospitati da Erode e il sovrano ha strappato loro la promessa di fargli sapere dove vive il grande re di cui parlano i loro astri. Le intenzioni di Erode non sono delle migliori, così Dio invia in sogno ai Magi un angelo perché li avverta di tornare a casa senza avvisare il tiranno. A questo punto la Sacra Famiglia deve fuggire: il messaggero divino scende ancora una volta per allertare nel sonno Giuseppe affiché prenda moglie e figlio e scappi in Egitto.
La presenza degli angeli nella vita di Cristo sarà costante anche in seguito e si farà più incisiva nei momenti salienti e drammatici; sarà di nuovo una creatura mistica ad annunciarne anche la Resurrezione, presentandosi in forma corporea alle donne, come sempre accade nella narrazione dei Vangeli in cui l’avvertimento in sogno è la “scorciatoia” necessaria solo per raggiungere la scettica mente maschile!
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