Gli ornamenti da sempre parlano, non solo del grado di evoluzione di un popolo, ma anche delle sue tradizioni culturali, sociali e religiose: piume, fiori, conchiglie, pietre e metalli hanno abbellito i corpi dei nostri antenati fin dalla preistoria, spesso con lo scopo di proteggerli dalle malattie, dal male e dalla morte.
Gli orecchini sono tra i gioielli più antichi e attorno ad essi ruotano miti e leggende. Utilizzati quasi sempre per puro scopo ornamentale dalle donne, soprattutto nelle culture indigene e tribali, gli orecchini rappresentano anche un forte simbolo di seduzione e di erotismo.
Indossati dagli uomini invece, hanno assunto via via nel tempo significati al limite della stravaganza identificando re e pirati, condottieri e marinai, zingari e poeti.
In un celebre ritratto, Shakespeare appare con un orecchino sul lobo sinistro: all’epoca, portare un solo orecchino pare servisse a tenere uniti l’uomo e la donna che li indossavano, nonostante le circostanze li tenessero lontani.
È noto che un tempo tutti i marinai portavano gli orecchini: secondo alcuni, ne portavano solo uno, d’oro, mentre secondo altri, ne portavano fino a quattro.
La versione più accreditata di questa usanza afferma che l’unico orecchino d’oro rappresentava la somma per pagare il loro funerale con una sepoltura in terra, poiché erano convinti che essere gettati in mare avrebbe impedito alla loro anima di passare nell’aldilà.
Altri ritengono invece che l’orecchino al lobo sinistro fosse il segno dei marinai che avevano doppiato Capo Horn, ma gli orecchini potevano arrivare anche a quattro in questo caso, due per lobo, da indossare una volta che avessero passato i 4 Grandi Capi: Capo Finisterre ( Spagna del nord) , Capo di Buona Speranza (Sud Africa) , Capo Leuween (Nuova Zelanda) e Capo Horn (Sud America).
Avere 4 orecchini corrispondeva quindi ad un formidabile curriculum di navigazione e ad una grande esperienza.
Tra le varie credenze erano diffuse quelle che ritenevano l’orecchino una protezione dallo scorbuto e dal “mal di occhi”, oppure quella che diceva donasse una vista d’aquila.
Nel corso del XIX e XX secolo adornarsi con un ciondolo all’orecchio diventa un modo di esprimere la propria originalità, ma sempre con un tacito codice per cui gli orecchini da uomo si devono mettere solo all’orecchio sinistro, seguendo una tradizione già presente nella marina mercantile inglese.
La leggenda che i marinai omosessuali dichiaravano la loro disponibilità al resto dell’equipaggio con l’orecchino indossato sul lobo destro, deriva in realtà da una barbara usanza, senz’altro in vigore nella marina mercantile veneziana, di imbarcare ragazzini molto giovani come mozzi, ingaggiandoli in realtà con un duplice scopo: lavorare, ma anche compensare l’assenza di donne durante i molti mesi di navigazione.
Questi ragazzi, chiamati “villanelli” perché provenienti dalle famiglie povere dell’entroterra, raggiunta l’età matura venivano sbarcati e mantenuti dalla Serenissima con un piccolo salario mensile, ma con il vincolo di restare facilmente riconoscibili indossando un orecchino al lobo destro, per “tutelare” la gioventù veneziana da eventuali profferte “contro natura” da parte dei poveri ex marinai.
Se colti in “flagranza di reato” venivano condotti alle colonne di S. Marco e, pubblicamente, veniva loro strappato con violenza l’ orecchino. Da questa esecrabile punizione deriva l’epiteto, tuttora in uso, che tutti purtroppo conosciamo.
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complimenti.
Grazie alla redattrice.