Provate a pensare se il 14 febbraio gli innamorati festeggiassero accoppiandosi “a casaccio” , invece che scambiandosi baci, romantici biglietti (o sms!) e scatole di cioccolatini … Assurdo, eh!
Eppure non lo è così tanto, infatti la festa di San Valentino trae origine proprio da riti orgiastici, per la precisione dall’antica festa romana dei Lupercalia.
Nell’antica Roma l’ultimo mese dell’anno, febbraio, era dedicato alla purificazione (“februa”) e iniziava con una processione rituale durante la quale le fanciulle giravano per la città con in mano delle candele accese in onore della dea Iuno februata (Giunone purificatrice), origine della nostra Candelora.
Pochi giorni dopo veniva celebrato un secondo rito purificatore, in onore del dio Pan Luperco, divinità dei boschi, della fertilità, delle messi e degli armenti, invocato contro l’assalto dei lupi.
Le cerimonie paniche, celebrate per favorire la fecondità, erano guidate da sacerdoti detti Luperci.
Plutarco racconta che la sera del 14 febbraio tutte le donne che non avevano mai partorito, dovevano scrivere il loro nome su pezzetti di coccio che venivano messi in un grande vaso; la stessa cosa facevano gli uomini in un contenitore diverso.
Poi i nomi venivano estratti a sorte per formare delle coppie che il giorno successivo, insieme al resto dei cittadini, si radunavano in una grotta chiamata Lupercale poiché si credeva che qui fossero stati allattati da una lupa, Romolo e Remo.
I Luperci sacrificavano delle capre e un cane al dio Pan, poi consacravano come Lupercali due gruppi di giovani nobili, segnandoli col sangue di capra sulla fronte e detergendoli con lana bianca bagnata di latte.
La pelle delle capre veniva fatta a strisce e legata intorno ai fianchi dei ragazzi nudi che, correndo intorno al Palatino, la usavano per frustare il suolo e il ventre delle donne allo scopo di stimolarne fertilità.
Seguivano banchetti e festeggiamenti dopo i quali le coppie scelte dalla sorte potevano avere rapporti sessuali dove, come e quanto desideravano. Gli uomini e le donne associati dal caso avrebbero dovuto vivere come una coppia fino ai successivi Lupercalia.
Ovviamente un rituale tanto licenzioso, seppur assai radicato tra le popolazioni italiche e via via meno cruento, venne presto trasformato dalla chiesa cattolica in una cerimonia più casta: nel 496 d.C. Papa Gelasio I decise di vietare i Lupercalia scegliendo il martire Valentino, vescovo di Terni, come santo protettore degli innamorati e stabilendone la festa proprio il 14 febbraio e, il 15, sostituì le feste di Pan e di Iuno Februata con la Purificazione di Maria Vergine che, nel VI secolo, fu anticipata al 2 febbraio dall’imperatore Giustiniano .
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