Ecco che maggio, mese tradizionalmente dedicato ai matrimoni, si apre con acquazzoni propiziatori.
Il detto “sposa bagnata, sposa fortunata” può sembrare oggi un modo gentile per consolare chi non ha avuto una giornata di sole, ma tradizionalmente la pioggia simboleggia la fortuna e l’abbondanza che cade generosa sugli sposi, così come la pioggia di riso all’uscita dalla chiesa.
Numerosi sono i “tabù” e le prescrizioni legate ancora oggi al rituale matrimoniale, sebbene se ne sia perso del tutto il senso originario prettamente “magico” e superstizioso . Ad esempio, prima del matrimonio la sposa non si dovrebbe guardare allo specchio con il vestito della cerimonia, ma se è proprio necessario dovrebbe farlo togliendo una scarpa, un orecchino o un guanto.
Inoltre pare che porti sfortuna acquistare nello stesso momento l’anello di fidanzamento e le fedi nuziali, senza dimenticare che è di cattivo augurio mettersi al dito la fede prima della celebrazione del matrimonio.
Un’attenzione particolare andrebbe riservata alla scelta del giorno delle nozze: innanzitutto non dev’essere il giorno del compleanno di uno dei due coniugi, inoltre un vecchio proverbio raccomanda di non sposarsi ne’ di venerdì ne’ di martedì, il primo perché giorno di Venere, dea nota per l’infedeltà cronica, il secondo perché giorno di Marte, dio della guerra, che porterebbe un’atmosfera conflittuale nel destino della coppia.
È risaputo che gli sposi non si possano vedere prima dell’incontro in chiesa, ma lo sposo rispettoso del rituale non dovrebbe mai vedere neppure il vestito della sposa se non al momento della cerimonia. Questo divieto deriva dai matrimoni combinati del lontano passato, quando il primo incontro tra la sposa e lo sposo avveniva solo il giorno del matrimonio.
Se lo sposo dimentica qualcosa ed è già uscito di casa per recarsi in chiesa, non dovrebbe mai tornare sui propri passi, perché il pensiero magico lo interpreta come un ripensamento sul matrimonio e si incrinerebbe l’armonia. Meglio chiedere aiuto ad un amico o ad un testimone.
Tutti sappiamo poi che la donna che afferrerà al volo il bouquet al momento del lancio, si sposerà entro l’anno, ma anche l’uomo che afferrerà la giarrettiera gettata dalla sposa, avrà lo stesso destino. Gli oggetti dei neo sposi sono così intrisi di magica energia matrimoniale, da contagiare chiunque li tocchi. Quindi la donna colpita dal bouquet dovrebbe avere il buon senso (magico) di ballare insieme all’uomo che ha preso la giarrettiera, tra l’altro indossando l’accessorio prima della danza.
Molti elementi irrinunciabili in un matrimonio sorgono invece dall’esigenza di proteggere la coppia dagli spiriti maligni. Il bouquet, ad esempio, nasce come una composizione di erbe “scacciadiavoli”, così come le damigelle sono già presenti nelle cerimonie dell’antico Egitto, con abiti simili a quello della sposa, per confondere gli spiriti maligni che accorrono a frotte per accanirsi su di lei, attirati dalla gioia del festeggiamento. Persino gli strombazzamenti degli attuali cortei nuziali sono moderne versioni di schiamazzi e suoni che accompagnavano gli sposi tenendo lontani invidia e spiriti malvagi.
Ma anche dopo la cerimonia ci sono gesti “magici” che vanno rispettati per non attirare la sfortuna sulla coppia.
Il più conosciuto è quello che impegna l’uomo a portare in braccio la sposa oltre la soglia della loro casa. Questa tradizione ha origine in epoca romana quando si ricorreva a questo gesto per evitare che, nell’emozione del momento, la sposa potesse inciampare sulla soglia, il che sarebbe stato un presagio infausto perché significava che la fanciulla non era gradita ai Lari e ai Penati, divinità della casa.
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