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Pioggia di stelle

Si chiamano OrionidiTauridi, Leonidi e sono le stelle cadenti d’autunno. Visibili dalla fine di ottobre a metà novembre e costituite da frammenti di comete, possiedono una intensa luminosità, che non ha nulla da invidiare a quella delle loro sorelle “agostane”.
Quando gli dei erano ancora con noi, il succedersi del giorno e della notte, i fulmini, le stelle cadenti erano qualcosa di cui stupirsi e meravigliarsi. Riempivano il mondo di magia e di immaginazione, erano inni alla poesia e alla vita. A quei tempi Elio (il Sole), fratello di Selene (la Luna) e di Eos (l’Aurora) veniva risvegliato ogni mattina dal canto del gallo, animale a lui sacro e, preceduto dalla sorella Eos che tingeva opportunamente il cielo di rosa, prendeva le redini della sua quadriga e la guidava per il cielo dallo splendido palazzo che sorgeva a oriente fino ad un altrettanto splendido palazzo dell’estremo occidente, qui scioglieva i cavalli e li lasciava pascolare nelle isole dei Beati. Poi tornava a oriente percorrendo il fiume Oceano che scorreva intorno al mondo, caricando cocchio e cavalli su una nave dorata costruita da Efesto e dormendo tutta la notte in una comoda cabina.

Elio aveva un figlio splendido e temerario, Fetonte, che soffriva di non poter dimostrare alle sorelle e agli amici la sua abilità di auriga conducendo il carro del Sole suo padre. La madre lo incoraggiò nell’impresa così lo sciagurato, ordinò alle sorelle (le Ore) di aggiogare gli indomabili bianchi cavalli al cocchio e prese le redini lanciandosi nel cielo. Ma poiché non aveva la forza necessaria per governarli, essi lo trascinarono così in alto che tutti i mortali iniziarono a rabbrividire di freddo, e poi così vicino alla terra da inaridire i campi e da indurre il Nilo a nascondere le sue sorgenti perché non fossero prosciugate. Zeus, il padre di tutti gli dei, richiamato dalla disperazione della Madre Terra, in un impeto d’ira lo annientò con la folgore e Fetonte, in fiamme, precipitò nel Po, in una cascata di scintille. Un solco ardente attraversò il cielo liberando carro e cavalli dal loro incauto conducente, riportando sollievo alla Terra. Da allora ogni anno, le stelle e le costellazioni del cielo ricordano il passaggio di Fetonte con una pioggia di stelle.

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