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L’ultimo sberleffo

Lasciare questo mondo con un motto di spirito o una battuta memorabile mi è sempre sembrata un’uscita di scena perfetta per sdrammatizzare il pensiero della Morte, ma avvicinandosi la festa dei defunti, recentemente contaminata dalla carnevalesca Halloween, viene da chiedersi perché il tutto debba ridursi al solito banale travestimento finto-orrido, accompagnato da accessori, decorazioni e pasti “a tema” che differiscono da quelli natalizi e pasquali, solo per le scelte cromatiche degli scenari. Suvvìa!
La Morte è una cosa seria, anche Foscolo si arrovellò per un pezzo sull’opportunità di conforto e sepoltura, ma per i vivi come la mettiamo?Andrà pur esorcizzata con maggiore impegno, con qualche immagine dissacrante, con qualche bella battuta intrisa di cattiveria! In questi momenti, non viene che da rimpiangere la genialità di certi personaggi che riuscirono a trapassare lasciando ai posteri delle graffianti ultime (o penultime) parole o degli irriverenti epitaffi capaci, pur senza raggiungere le vette poetiche di Edgard Lee Masters, di sollevarci il morale anche di fronte all’ultima soglia.
Qui giace l’Aretin poeta tosco/Che disse mal d’ognun fuorché di Dio
/Scusandosi col dir “non lo conosco”. (
Pietro Aretino)
Ve l’avevo detto che ero malato. (Spike Milligan)
Se al mio funerale vedo qualcuno con il muso lungo, non gli parlerò mai piu’. (Stan Laurel)
Qui riposa Indro Montanelli, genio compreso, spiegava agli altri ciò che egli stesso non capiva. (Indro Montanelli)
Invano tentò, con passo malfermo, di evitare la tomba che lo attendeva. Ma inciampò e cadde. (Francesco Cossiga)
Otto giorni di febbre! Avrei avuto il tempo di scrivere ancora un libro. (Honoré de Balzac)
Muoio grazie all’aiuto di troppi medici. (Alessandro Magno)
Si prega l’angelo trombettiere di suonare forte: il defunto è duro di orecchie.
(George Bernanos)
Cari visitatori, scusatemi se non mi alzo. (Groucho Marx)

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1 commento su “L’ultimo sberleffo”

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