Possiamo fare un regalo per riconoscenza, per affetto, per gratitudine, ma qualunque sia l’occasione, quella del dono è un’usanza che esiste da sempre.
Scegliere un oggetto e regalarlo a qualcuno mostra chi siamo e qual è la relazione che ci lega a chi riceve il nostro omaggio. È uno dei gesti umani più antichi e carichi di significato: nella storia dell’uomo lo scambio di doni ha accompagnato l’evoluzione delle società contribuendo a rafforzare la fiducia tra i popoli e dando origine al baratto. Tra le diverse comunità non si poteva donare nulla senza che il regalo venisse accettato e quando si riceveva un dono si era obbligati ad offrire qualcosa in cambio. Il rifiuto di dare o di ricevere o ancora di restituire il dono creava una incrinatura, una rottura dei rapporti tra chi donava e chi riceveva. Come sappiamo anche gli antichi esploratori per non suscitare l’ostilità degli indigeni, offrivano loro oggetti di ogni tipo, anche di scarso valore, per instaurare un legame di reciproca dipendenza e riconoscenza. Il regalo regolava anche i rapporti con gli stranieri e i viaggiatori, tanto che in moltissime comunità antiche, donare qualcosa all’ospite era più che un’usanza: era una legge vincolante.
I verbi donare e regalare, oggi hanno per noi lo stesso significato, ma etimologicamente nascono come azioni differenti tra loro.
Regalare è un gesto “regale”, proprio del sovrano, infatti il termine deriva da “regalìa”, il diritto che un sovrano aveva di concedere privilegi ai suoi sottoposti, per ricompensarli di vari servigi. Ci riporta ad un significato molto sociale dello scambio dove l’omaggio viene dato in cambio di una concessione o per mettersi in mostra. Il regalo non è mai completamente libero, poiché appartiene ad un sistema sociale ed economico fatto di obblighi e diritti, in cui esiste un’aspettativa riguardo la sua restituzione.
In questo periodo il meccanismo di scambio sotteso al concetto di regalo ci appare nella sua massima espressione: passiamo le settimane precedenti al Natale, impegnati a compilare con cura vere e proprie liste di chi è coinvolto con noi nello scambio di pacchetti regalo, per non rischiare di offendere o dimenticare qualcuno.
Il dono invece porta con se’ un senso pieno di gratuità, infatti la sua stessa etimologia lo lega al verbo “dare”. I Magi portano a Gesù Bambino dei doni, non dei regali. Il dono implica infatti il piacere di dimostrare l’affetto ed il significato che quella persona, quell’evento o quella relazione hanno per noi, senza aspettarci nulla. Si tratta di un’apertura dell’anima che non implica scambio e che comporta anche il rischio di una chiusura o un rifiuto da parte dell’altro. La natura ambivalente del dono (sia gioia che sofferenza) era ben conosciuta dagli antichi greci che credevano nel legame indissolubile tra doron (dono) e dolos (inganno) come racconta il mito di Pandora.
Il vaso che Zeus dona a Pandora (il cui nome significa “tutti i doni”) con la raccomandazione di non aprirlo mai, contiene infatti tutti i mali del mondo; la donna spinta dalla curiosità lo apre e i mali si diffondono nel mondo prima che lei riesca richiuderlo. Sul fondo del vaso resta però la Speranza, l’ultimo dono degli dei agli uomini. Il dono cela l’inganno. L’inganno custodisce il dono.
L’ultimo dono degli dei è capace però, di sanare ogni male del mondo.
Facciamone buon uso.
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Mia cara grecista, bellissimo articolo sul dono, l’anno scorso alla maturità uscì proprio questo tema, avresti preso 10 e lode, ti abbraccio e se posso condividerò questo tuo articolo dove hai oltretutto scelto una foto bellissima!
Troppo buona, ma grazie mille!