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L’infinita fatica di essere donne

Le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente. Hanno sempre dovuto portare due pesi, quello privato e quello sociale. Le donne sono la colonna vertebrale delle società.
Così Rita Levi Montalcini definì la posizione della donna nella storia, dal suo punto d’osservazione privilegiato di donna e scienziata capace di attraversare con energia e consapevolezza il secolo di maggiore metamorfosi del ruolo femminile.
Il peso sociale e privato sulle

spalle femminili, nel XXI secolo non è stato minimamente scalfito, anzi, in alcuni casi sembra anche aumentato. Le polemiche di queste ultime settimane sulla maternità surrogata sono solo l’ultima battaglia combattuta sul corpo femminile, sul suo ruolo di madre e di persona. Ancora una volta alcuni cercano di frammentarla in pezzi anatomici ad uso comune ed altri definiscono questo “libertà”, mentre il diritto all’aborto è sempre più un diritto solo sulla carta e il diritto al lavoro e alla tutela della maternità è ormai quasi un’utopia.
Le donne hanno dovuto lottare per il diritto al voto, per il diritto ad una maternità consapevole, ma anche per diritti meno appariscenti come quello di vestirsi comodamente, o potersi esibire in teatro quando era permesso solo agli uomini, nella riprovazione generale che le accostò alle prostitute.
Le donne hanno lottato per poter lavorare, per poter essere riconosciute come imprenditrici e studiose, per ricoprire ruoli politici. Mentre si affacciavano faticosamente nel mondo pubblico, nessuno si è preso carico del loro ruolo privato di collante familiare e di addette alla cura di anziani e bambini.
Hanno sostenuto da sole intere famiglie quando gli uomini erano in guerra e tuttora le sostengono mentre i mariti e i figli sono in guerra con un mondo che li vuole dichiarare obsoleti.
La lotta delle donne non è mai finita e lo stato attuale delle cose fa presagire che purtroppo, non finirà molto presto.
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