Quando tante lacrime vengono versate nel mondo si vorrebbe che, da questa sofferenza impossibile da nascondere, potesse scaturire qualcosa di buono. È curioso che le lacrime, nella mitologia e nelle leggende, abbiano spesso un ruolo taumaturgico e miracoloso. Da scettici e da positivisti troveremmo subito una spiegazione psicanalitica, come facciamo persino nei cartoni animati, che hanno recentemente sdoganato l’inconscio formato-famiglia e dove il ruolo di maggior rilievo è toccato proprio alla tristezza. Evidentemente le lacrime, facendo scivolare fuori il dolore, sembrano poter trasformare e guarire le nostre ferite.
Innumerevoli racconti popolari portano racchiuso in sé questo messaggio, basti pensare alle storie dei pescatori, la cui morte in mare affliggeva le fidanzate che versavano lacrime, capaci di trasformarsi in perle. La trasformazione delle lacrime in perle accomuna molte culture: si credeva che il mollusco interno alla conchiglia morisse dopo aver generato la perla e che questa fosse appunto la sua lacrima.
In epoca cristiana le perle erano credute frutto delle lacrime degli Angeli ribelli scagliati giù dal Cielo.
Il pianto di innumerevoli creature divine sta all’origine della formazione di splendidi laghi in tutto il mondo. Uno dei racconti più suggestivi è quello inca che spiega la formazione del lago Titicaca, che un tempo era una valle rigogliosa donata dal Dio Creatore al suo popolo al quale era fatto divieto di salire sulla montagna sacra, sulla quale il creatore si era ritirato. Come sempre accade, la brama di potere si insinuò negli uomini che, desiderosi di diventare potenti come il loro Dio, infransero il comandamento e salirono sulla cima della montagna. Egli per punizione inviò contro di loro un branco di terribili puma grigi che presto divorarono tutti. Il Sole, al vedere quello che era successo cominciò a piangere inconsolabile e il suo pianto durò quaranta giorni e quaranta notti. Le lacrime versate dal Sole formarono un grande lago che affogò tutti i puma grigi e che venne chiamato Titicaca, appunto “Puma grigio”.
Le lacrime degli dei alla fine producono sempre qualcosa di prezioso per gli uomini.
Gli antichi Egizi credevano che le lacrime d’amore di Ra avessero creato le api, la cera e il miele.
Le lacrime di Arianna, abbandonata da Teseo sull’isola di Nasso, diedero origine al Timo, pianta dalle infinite proprietà benefiche; da quelle che Afrodite pianse per la morte di Adone, nacquero invece le calendule, tanto che nella mitologia greca le sofferenze e le pene d’amore si rappresentavano con l’immagine di una fanciulla ornata da una ghirlanda fatta da questi splendidi fiori.
Anche le lacrime e il sangue di Gesù lungo la strada per il Calvario hanno dato origine a simili leggende, si racconta infatti che la madre Maria, straziata dal dolore, seguendo le tracce del cammino di sofferenza del figlio, le toccasse trasformandole in gemme e nascondendole nel profondo della terra.
Ma il racconto più bello è quello che spiega come, in un momento di profonda commozione nel contemplare il creato, Dio versò 1190 lacrime che, cadendo nell’oceano, divennero le splendide isole Maldive … paradiso in terra.
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