Invito romantico? No. Letterale.
È l’intima richiesta che alcuni appassionati di reliquie pongono idealmente ai loro “miti”. Magari poi, più prosaicamente, si accontentano di un brandello di stoffa, o di un frammento di lettera, o semplicemente di dormire nella stanza in cui il personaggio celebre dormì.
Il culto delle reliquie è un fenomeno antico e, sebbene siamo abituati a pensarlo relegato in ambito religioso, in realtà interessa anche ambienti laici, particolarmente quelli artistico e scientifico.
È l’intima richiesta che alcuni appassionati di reliquie pongono idealmente ai loro “miti”. Magari poi, più prosaicamente, si accontentano di un brandello di stoffa, o di un frammento di lettera, o semplicemente di dormire nella stanza in cui il personaggio celebre dormì.
Il culto delle reliquie è un fenomeno antico e, sebbene siamo abituati a pensarlo relegato in ambito religioso, in realtà interessa anche ambienti laici, particolarmente quelli artistico e scientifico.
Ogni tipo di oggetto può rappresentare una reliquia, da un frammento di osso, ad un pezzetto di tessuto: in generale si intende per reliquia, ciò che resta della salma di un personaggio molto venerato, ma in senso lato il termine definisce anche ogni oggetto che sia venuto in suo contatto.
In ambito religioso il Cristianesimo produsse una quantità così grande di reliquie che, ricomponendole tutte, i nostri Santi risulterebbero mostri con molti arti, molte teste e con un guardaroba degno di re.
Da sempre oggetto di commercio e frode, vanno dai frammenti di legno della Croce su cui venne inchiodato Cristo, alla Casa di Nazareth trasportata dagli angeli a Loreto, dalle spoglie dei Santi e dei Magi, allo sterco dell’asino che Gesù cavalcò entrando a Gerusalemme, dalla Sacra Sindone, alle immagini “misteriosamente” apparse su pietre e legni, dalle ampolle di latte della Madonna fino alla borsa “vuota” (e un ultimo denaro) di Giuda Iscariota. Ci sono tre corpi di S. Maria Maddalena in tre diverse chiese francesi, tutti rivendicati come autentici; invece dei tre o quattro chiodi usati nella crocifissione, se ne trovano in vari luoghi circa 32.
Ma anche i musulmani (sciiti) conservano e venerano varie reliquie: un pelo della barba di Maometto, la sua impronta sulla Cupola della Roccia a Gerusalemme, la Pietra Nera della Kaaba e molte altre tracce lasciate in questo mondo dal profeta. Addirittura, la raccolta delle reliquie di Maometto iniziò quando lui era ancora in vita, poiché era abitudine dei suoi seguaci raccoglierne unghie e capelli quando venivano tagliati.
Neppure i buddisti sono esenti dalla passione per le reliquie e i resti corporei del Buddha sono oggetto di venerazione in tutto l’oriente: un suo dente, ad esempio, è venerato nello Sri Lanka e fu oggetto di contesa poiché sanciva il diritto a regnare sull’India, e un dito è conservato nei pressi di Pechino.
Per finire, una breve carrellata di alcune reliquie laiche può darci un’idea di questo strano bisogno di “attaccamento magico” a figure che in qualche modo rappresentano grandezza e fama: troviamo molte ciocche di capelli (di Lucrezia Borgia, di George Washington, di Pietro Maroncelli e Giuseppe Garibaldi, di Giovanna D’Arco), un unghia del piede di Elvis Presley, numerosi cuori (di Chopin, di Mickiewicz, di Don Orione, di Voltaire, etc), il calco delle mani di Toscanini, due dita e un dente di Galileo, i guanti di Napoleone, gli occhiali di Rossini, la mano destra di Verdi e … la testa di Cartesio!
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