La locuzione latina ‘Semel in anno licet insanire’, tradotta letteralmente, significa ‘una volta all’anno è lecito impazzire’ (‘uscire da sé stessi’). Questa locuzione è legata ad una sorta di rito collettivo che ricorre in molte culture, soprattutto occidentali. Ovvero: in un ben definito periodo di ogni anno tutti sono autorizzati a non rispettare le convenzioni religiose e sociali, a comportarsi quasi come se fossero altre persone. Questa tradizione è spesso legata alla celebrazione del Carnevale. Si tratta di un rito liberatorio che permette ad una comunità di prepararsi in modo gioioso all’adempimento dei propri normali doveri sociali. Benché presente nella tradizione cattolica, i caratteri della celebrazione del Carnevale hanno origini in festività ben più antiche, come per esempio le dionisiache greche o i saturnali romani. Anche in dionisiache e saturnali si realizzava un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell’ordine, allo scherzo e anche alla dissolutezza. In Italia questa tradizione si frammenta in moltissime feste popolari paesane e se ne contano censite addirittura 162 sparse in tutte le regioni d’Italia. Ma probabilmente il Carnevale, quando esplode in rivoli, nastri, fiori e coriandoli colorati, si manifesta in mille e mille altri modi e le immagini che lascia accompagnano ‘i savi’ per tutto l’anno, in attesa di avere il permesso per poter impazzire di nuovo…