Festeggiamo anche quest’anno l’anniversario di Ando Gilardi, per il 102° l’incarico è svolto dall’infame Google Doodle che trovate qui sopra. È molto stretta l’area in cui uscirà. Difficile trovarlo altrove.
Abbiamo imparato a usare l’aggettivo “infame” proprio da lui. Ineguagliabile la presentazione di Gilardi alla Storia infame della fotografia pornografica, dove svela il proprio metodo di lavoro divulgativo, sperimentato nella scrittura del saggio in oggetto e mutuato nientemeno che da J. L. Borges.
Nella maturità del suo mestiere di storico della fotografia, aveva voluto verificare l’efficacia del metodo, per fotografare la cronaca e riportarla in una luce migliore.
Bello ricordarsi di Ando Gilardi anche per queste sue suggestioni, bello farlo proprio nel giorno del suo compleanno infame, quando nessuno di noi riuscirà più a fargli gli auguri perché adesso è diventato un anniversario.
Altre volte è stato ripetuto quanto il suo compleanno lo divertiva e io credo che fosse un pochino perché ogni volta si ripeteva « …e ancora vivo!» e chi conosce il suo tormentone preferito sa che potrebbe essere vero. Qui sotto una fotografia dal suo album familiare per ricordarlo con un po’ di tenerezza: il desiderio che, al di là dello stereotipo dell’orco mangia-fotografie, un giorno ha confidato ai lettori di Fotocrazia.
Non cercate altrove l’Ando Gilardi doodle.

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